Storia

PaesaggioIl paese è situato nell'Alta valle del Tanagro, al confine con la Basilicata ed è raggiungibile uscendo al casello di Contursi o di Sicignano degli Alburni dell'autostrada Salerno- Reggio Calabria, dalla quale dista circa 15 Km. L'economia si fonda prevalentemente sulla produzione agricola e sull'allevamento del bestiame, oltre ad attività artigianali e da un modesto insediamento produttivo artigianale in area PIP. Il luogo dove sorge ora San Gregorio Magno- il paese ricorda nel proprio nome il Pontefice Benedettino Gregorio I (590- 604 d.C.)- apparteneva in epoca romana al territorio di Volcei, l'odierna Buccino. Siamo all'interno dell'antica Lucania.

Il paese sorse verso la fine del XII secolo, come Casale di Buccino. La prima notizia diretta su San Gregorio Magno, accertabile attraverso le fonti documentarie, rimane il privilegio dell'11 Novembre 1200 concesso da papa Innocenzo III all'arcivescovo di Conza Pantaleone, con il quale il Pontefice confermava e sanzionava la circoscrizione dell'arcidiocesi elencando tutte le terre, abbazie e chiese- fra cui quella di San Gregorio Magno- in essa comprese. In mancanza di una precisa testimonianza, si può verosimilmente pensare che il paese sorse verso la fine del XII secolo come Casale di Buccino, cioè come piccolo nucleo abitato da contadini che si erano spostati per mettere a coltura nuovi terreni.

L'origine tardo- medioevale troverebbe conferma anche nel fatto che, a differenza di Balvano, Palomonte, Romagnano, Buccino, Ricigliano ed altri, di san Gregorio Magno non si ha traccia nel catalogo dei baroni redatto tra il 1150 e il 1168, registro fatto apportare dai re Normanni dove erano elencate le difese- baroni con rispettivi feudi e forze militari- del Ducato di Puglia e del Principato di Capua. Nel 1231 l'imperatore Federico II di Svezia- nell'ambito della vasta opera di riordinamento amministrativo a cui sottopose tutti i territori dell'Italia Meridionale, continentale ed insulare che allora facevano parte del regno di Sicilia- stabilì anche lo statuto dei castelli di Principato Terra di Lavoro e Terra Beneventana. (La provincia di appartenenza di san Gregorio fu, fino al 1284, il Giustizierato di Principato e Terra Beneventana e poi, dopo la divisione operata da Carlo i d'Angiò, il Giustizierata di Principato a Serris Montorii citra, cioè al di qua delle montagne a nord di Monitoro).

In base allo statuto fu poi compilato, tra il 1241 e il 1246, un elenco di tutti i castelli e palazzi della corona imperiale nella provincia di Salerno, con l'indicazione dei nomi dei paesi obbligati alle spese di riparazione; fra questi ultimi erano compresi gli uomini di San Gregorio che avrebbero dovuto contribuire alla riparazione del castello di Sicignano. Dai ricostruiti registri della cancelleria angioina risulta che san Gregorio, seguendo la sorte di molte città e terre demaniali date in feudo da Carlo I ai cavalieri francesi che lo avevano aiutato nella conquista del Regno, fu assegnato a Gilles de Blémur.

La data della concessione può essere collocata nel periodo compreso fra la fine del 1268 e la metà del 1272. Gilles de Blémur mantenne casale San Gregorio al più tardi fino al Gennaio del 1274, quando restituì il casale- probabilmente già munito del suo castello che oggi, completamente trasformato, ospita gli uffici comunali. E il castello di San Nicandro alla curia regia in cambio di altri beni. In seguito divenne proprietà di Matteo de Layno.

La lunga guerra fra gli Angioini e gli Aragonesi, scoppiata con i vespri Siciliani del 1282, coinvolse anche il comune di San Gregorio Magno, che fu obbligato a contribuire al vettovagliamento dei soldati del re Carlo con il versamento giornaliero di una salma di frumento e di una di grano. Il comune si sarebbe in seguito accresciuto per l'emigrazione della popolazione proveniente dal vicino villaggio di san Zaccaria, distrutto nel 1429.

Dal 1568 e fino al 1678 i feudatari del paese furono i Caracciolo duchi di Sicignano. Nel 1700 subentrò, come unico erede dell'ultima duchessa di Sicignano Ippolita Caracciolo, il pronipote Carlo Tocco, principe di Montemiletto. Gli anni immediatamente successivi videro lo smembramento dell'antico patrimonio feudale: San Gregorio- insieme a Sicignano, San Licandro e Cardile- fu acquistato dal duca di Cannalunga Giacinto Falletti e da questa famiglia passò per successione nel 1974 a Giuseppe d'Anna, duca di Laviano e ultimo intestatario del feudo.

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